Descrizione
Posto a 22 km da VIterbo e a 9 km da Orte, Bassano in Teverina (304 m s.l.m., ab. 1100 circa) è un piccolo centro già frequentato in epoca etrusca, come attestano tratti di fortificazioni in opera quadrata conservatisi sotto le murature antiche e una necropoli di tombe a camera in località Poggio Zucco.
A valle del centro storico, a non molta distanza dal Tevere è il lago di Bassano, localmente noto come il "Laghetto", descritto da Plinio il Giovane come "una ruota messa a giacere, con un circonferenza in tutto regolare... di colore, più pallido, più verde e più intenso del marino". Oggi quasi del tutto interrato, è alimentato da sorgenti sulfuree che vi riversano acque lattiginose, le quali, unitamente alla vegetazione palustre e ai depositi minerali formano ammassi di una certa consistenza che devono aver suggerito l'idea delle "isole galleggianti" di cui parlano alcuni autori latini. Ai tempi dei romani il lago, chiamato Lacus Vladimonis, oltre ad essere più ampio era pure considerato sacro: in prossimità delle sue sponde gli Etruschi compivano riti e feste periodiche, mentre nelle sue acque i Romani immergevano le armi per renderle invitte. Presso di esso, attorno al 360 a.C., Quinto Fabio Rulliano, dopo aver varcato la Silva Ciminia, inflisse agli Etruschi una clamorosa sconfitta, preludio di quella, ben più grave, che con la disfatta degli Etruschi e dei Galli Boi loro alleati (283 a.C.) determinò il crollo definitivo della potenza etrusca.
La romanizzazione di questa parte dell'Etruria comportò una riorganizzazione della viabilità: il territorio fu attraversato dalla Via Amerina, una delle poche strade consolari rimaste fino al Medioevo. Altra importantissima strada che attraversava il territorio passando sotto il centro antico era "la strada della barca" o "delle coste" - usata da Soriano per raggiungere il porto di Giove sul Tevere - soppiantata, nella seconda metà dell'Ottocento, dalla nuova strada Ortana.
Già da tempo infeudato e dipendente dalla Santa Sede, nei secoli XIII, XIV e XV Bassano fu governato da un castellano nominato dal Rettore del Patrimonio e nel 1559 fu venduto da papa Pio IV alla famiglia trentina Madruzzo.
In tempi recenti, il 25 novembre 1943, l'esplosione, nella stazione di Bassano, di un treno tedesco carico di munizioni, distrusse l'antico borgo, che venne abbandonato per inagibilità: la popolazione però ricostruì, a monte di quello vecchio, il paese nuovo, che nel 1958 riottenne la dignità di Comune dopo essere stato, per circa trentuno anni, aggregato a quello di Orte.